Casaloldo
Casaloldo si sviluppa attorno ad un incrocio di strade straordinariamente importanti: la provinciale Mantova-Asola, verso Cremona; la provinciale Casaloldo-Pozzolengo, la direttissima per il lago di Garda, che passa per luoghi degni di nota come Castel Goffredo, Medole, Solferino, per giungere poi a Desenzano; un’altra provinciale molto importante, forse più per la vita del paese che per i flussi turistici è quella che collega Casaloldo a Ceresara e a Guidizzolo. L’importanza di Casaloldo non è, però, soltanto “logistica”. La Storia, quella con la “S” maiuscola, è, infatti, passata proprio di lì. Camminando per le vie principali del paese, proprio dove dolcemente scorre il fiume Tartaro, è possibile notare un castello, tra l’altro recentemente restaurato. Ebbene, si tratta proprio del castello dei conti Casaloldi, citati da Dante Alighieri nel Canto XX dell’Inferno, quando Virgilio narra le origini della sua Mantova: “Già fuor le genti sue dentro più spesse/ prima che la mattia da Casalodi/ da Pinamonte inganno ricevesse” ( ossia: Nella città – Mantova – vi furono un tempo numerosi abitanti, prima che la stoltezza di Alberto da Casalodi fosse ingannata da Pinamonte dei Bonacolsi). E non è tutto, perché Casaloldo è stata teatro di un’importantissima battaglia – la Battaglia di Casaloldo, per l’appunto – il 10 maggio 1509, che ha visto scontrarsi l’esercito di Francesco II Gonzaga e la Repubblica di Venezia. Grazie al coraggio dei guerrieri di Casaloldo che combattevano al fianco dei Veneziani, i Gonzaga uscirono sconfitti e coperti di vergogna. Tanto è importante questa battaglia che a Venezia, a Palazzo Ducale è conservato un quadro, dipinto però nel Settecento, che ritrae questo episodio. Non solo, ma da quel giorno, si è fissata la festa dei patroni del paese, i santi Gordiano ed Epimaco, il 10 maggio appunto.