Casalmoro
Da quanto riportato in un diploma imperiale del 1405 il paese in origine si chiamava “Casalis Mauris”, probabilmente dal nome dei signori del luogo, le cui insegne sono forse quelle riprodotte dallo stemma municipale. Gli scavi archeologici di Vezzole (primi anni 80) hanno consentito di recuperare alcune testimonianze della cultura neolitica e della successiva età del bronzo uniche nel loro genere. A suscitare maggiore interesse sono due sepolture, in una delle quali sono stati ritrovati i resti di uno scheletro, inumato e in posizione rannicchiata e con il cranio trapanato, risalente al quinto o quarto secolo a.C. L’incisione nella testa è stata compiuta trasversalmente, in modo da evitare possibili lesioni al cervello, con una tecnica raffinata che dimostra il livello assai progredito della civiltà preistorica sviluppatasi lungo il Chiese. L’esistenza di un ambiente di tipo termale in località Corobiolo insieme al ritrovamento di frammenti di affresco indicano l’elevato tenore di vita nella famiglia patrizia residente nella zona. Anche Casalmoro ha origini romane
In epoca medievale, con l’alternarsi del dominio della signoria milanese, mantovana e veneziana, il comune di Casalmoro (l’attuale denominazione risale al 1192) fu direttamente coinvolto nelle aspre lotte tra guelfi e ghibellini, schierandosi a favore di quest’ultimi. Per ritorsione, nel XIV secolo fu saccheggiato e dato alle fiamme dalla parte guelfa di Asola. Nel 1438 un trattato di pace tra i visconti di Milano e i Gonzaga, alleati alla Serenissima assegnò definitivamente il territorio ai marchesi di Mantova.
Risalgono a questo tormentato periodo di guerre e carestie, la Rocca Militare originariamente delimitata da un fossato denominata “Casotto”, la costruzione del Castello anch’esso circondato da un fossato di cui resta ampia memoria nella attuale toponomastica ma soprattutto la realizzazione, nella seconda metà del XIV secolo ad opera di Barnabò Visconti, della Fossa Magna, che traendo le sue acque a nord-est di Carpendolo, scorre attraverso l’abitato di Acquafredda e Casalmoro per raggiungere Asola.
Nei secoli successivi, Casalmoro segue le sorti del ducato gonzaghesco, fino all’avvento di Napoleone: emblematica del periodo, è conservata sempre in località Corobiolo, una stele di marmo di botticino, alta 2 metri, fatta commissionare ad un artigiano del posto dai nobili Mangeri nel 1762 che riproduce in sintesi un proclama del Doge Loredan di Venezia in merito alle leggi che punivano le ruberie e i vandalismi.
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